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FRANCO MURER - GABRIELE CARLO CHIOPRIS - GIULIA CORRADINI - LANDO ARBIZZANI - MERINO MATTIUZZI - SCULTORI - HOME


GLI SCULTORI

 

 

BARRY BONA

Nato a Belluno il 25 novembre 1981.
Frequenta e si diploma al Liceo Artistico “Leonardo da Vinci” di Belluno. Nel ’99 s’iscrive al corso di Scultura all’Accademia di Belle Arti a Venezia e ne consegue il diploma con lode, dopo cinque anni di studi. Nel 2002 frequenta il corso di Foto-litografia pres-
so la Scuola Internazionale di Grafica a Venezia. Ha elaborato progetti grafici e pittorici per varie aziende e istituzioni ( copertina dell’agenda FISI Veneto, anno 2000). Si occupa anche di scultura urbanistica, come la fontana artistica inserita in una rotatoria del proprio paese, ricavata da unblocco di pietra di 155 quintali, il monumento ai caduti di Nassiria a Belluno nel 2008, la fontana di Spert d’Alpago. Ha partecipato a mostre collettive e a vari simposi di scultura, ricevendo anche dei riconoscimenti ( secondo premio giuria all’Ex-Tempore di scultura su legno a Belluno nel 2015, primo premio “scultura” all’Arte in Fiera a Longarone nel 2016. Alpinista creativo nel tempo libero, vive e lavora a Tambre d’Alpago (BL).

 

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Summer, legno di acero, cm 140, 2019

ETTORE BONA

Nasce a Tambre d’Alpago il 14 giugno del 1956. Proviene da una famiglia di scultori e scalpellini dai quali eredita un dono di natura e la passione verso un nobile mestiere. Appresi i primi rudimenti dal padre, Ettore Bona impara ed affna la tecnica nella bottega d’Arte di Franco Fiabane di Belluno, dove lavora per 37 anni, approfondendo le diverse forme dell’arte, dal modellato in creta agli stampi in gesso per fusioni in bronzo, dalla lavorazione della pietra a quella del legno (bassorilievi, altorilievi, tuttotondo, arte sacra, funeraria e monumentale) e riproduzioni in scala di modelli. Importante per la sua formazione l’incontro col maestro Augusto Murer, per il quale la bottega d’Arte ha avuto l’onore di lavorare. Contestualmente prosegue il suo percorso estetico seguendo chiare linee ispiratrici e intrecciandole in un’unica identità artistica tuttora in evoluzione; si espone al pubblico con mostre individuali e collettive (fra cui si citano Feltre, Belluno, Tambre, Pieve d’Alpago e Battaglia Terme) e realizza numerose opere pubbliche. Le sue opere spaziano dall’armonia del classico alla trasfgurazione del moderno, con frequenti richiami ad un mondo animale sospeso fra equilibrio e tensione. Lavora qualsiasi materia, dalla pietra al legno, dal ferro battuto alle fusioni in bronzo; ama accostare gli elementi, fondendo la materia densa della pietra levigata con quella impalpabile della luce, o ancora il calore del faggio con la forza intatta del Bianco di Carrara. “Amo esprimermi attraverso la pietra, perché l’impeto che si sprigiona nel corso della lavorazione mi entusiasma e mi emoziona, e riesco a liberare istintivamente l’idea che ho dentro. Le montagne in cui vivo sono generose nel suggerirmi forme e sentimenti. Negli occhi concentrici delle civette rivedo il vortice del torrente, nelle linee dolci degli avvallamenti intuisco fanchi di donna e il proflo agitato delle creste richiama la potenza dei cavalli in corsa; le fbre contorte del legno diventano così nervature di muscoli in movimento.

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BETTY GOBBO

Nasce nel cuore della Marca Trevigiana nella primavera del ‘67 e risiede nella città natale di Arturo Martini. Fin da piccola mostra una profonda sensibilità per l’arte in toto, ama condividere giochi che lei stessa inventa e costruisce.
Concluso l’impegno scolastico, si orienta nelle attività dove può coltivare la sua dote, prendendo da esempio i maestri di vita che incontra nel suo percorso, in primis il padre Pietro che le trasmette l’amore e il rispetto per la natura e le molteplici forme d’arte che in essa si manifesta. In continua ricerca introspettiva, attinge dall’esperienza quotidiana del proprio vissuto le intuizioni per realizzare le proprie idee, aiutata da madre natura che le appare, a volte minacciosa, a volte protettiva, traduce i messaggi interiori dando vita a creature apparentemente inanimate ma intrinseche d’Amore. Diplomata al Liceo Artistico di Treviso, si orienta verso le tecniche di lavorazione e decorazione della terracotta, comprende la grande dutti- lità della materia dando vita ad una profonda e intima unione. Partecipa ai laboratori presso la Scuola Internazionale di Grafica Pubblicitaria a Venezia, dove incontra l’artista Robin Frood, dalla quale apprende la tecnica dell’incisione, la progettazione grafica e la stampa. Assiste in maniera assidua a percorsi e Workshop artistici, in diverse città Italiane e approfondisce tecniche antiche e contemporanee nell’ottica di percorsi personali e didattici. Frequenta la scuola D’Arte TeKné a Casier, acquisendo dai Maestri scultori Elena Ortica e Gaetano Brugnano, l’espressione personale attraverso la tecnica del modellato, sperimentando materia, forma spazio e colore.

 

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Amor Vincit Omnia, pietra di Vicenza, 201

LUCIANO LONGO

Diplomato al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti di Venezia, Luciano Longo vive ed
opera a Treviso. Figlio d’arte, dal padre Luigi, affermato affrescatore e decoratore, riceve una
solida formazione di tipo figurativo. Lo studio delle opere classiche ne segna profondamente il carattere artistico tanto che, dopo una giovanile produzione astratta, ritorna all’analisi del corpo umano, soprattutto nelle sue relazioni spaziali. Esordisce pubblicamente all’inizio degli anni ’70. Durante l’esperienza veneziana entra in contatto con importanti pittori e scultori come Emilio Vedova ed Alberto Viani, con musicisti e poeti come Luigi Nono e Rafael Alberti e con uomini di teatro. Realizza scenografie per il teatro e la televisione (Rai, Antenna 3, etc.) e decorazioni pittoriche e scultoree che si trovano in numerose ville del nord Italia oltre che sculture monumentali. Ha esposto in varie città in Italia, in Europa e nel mondo presso gallerie, musei, ed altri spazi pubblici e privati. Sue opere sono esposte in permanenza in pinacoteche e luoghi pubblici in Europa e nel mondo, un suo bronzo in particolare
è esposto al Museo Nazionale d’Arte Moderna di Sofia.

 

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Ninfa salentina-carparo e legno di melo-H130cm-2018

BEPPINO LORENZET

Ha iniziato la sua carriera di scultore nel 1980, fondamentali sono stati per la sua formazione gli incontri con grandi artisti primo fra tutti Augusto Murer. Dopo gli studi, nei primissimi anni di carriera, ha frequentato vari corsi di scultura, entrando così in contatto con realtà culturali ed artistiche internazionali e arricchendo così la sua forma espressiva. Nella sua carriera ha partecipato a decine di concorsi nazionali ed internazionali se sue opere sono state esposte in Europa, Stati Uniti, Brasile, Giappone. Lorenzet affronta con destrezza i soggetti più svariati, pas- sando da sacri angeli con pieghe sfuggenti a diavoli ghignanti e tentatori, da longilinee ed aeree ballerine a volti trafitti dalla sofferenza e storpiati da difetti e bruttezza. Nell'ultimo periodo ha tralasciato il tutto tondo a favore del basso e altorilievo che realizza anche in grandi dimensioni. Nei caldi toni del noce e dell'olmo, del cirmolo naturalmente profumato, emergono personaggi inconfondibili che firmano le opere di Lorenzet e le rendono uniche. Uomini e donne con gli occhi. stretti in uno sforzo espressivo, boc- che importanti, qualche seno che compare tra pizzi cesellati con maestria, corpi tesi ed aggressivi totalmente assorbiti, come teatranti, nella parte «loro destinata. Angoli strappati dal vento, crepe malamente rabberciate, basi di mattoni a sorreggere il peso di quelle storie. Muri scrostati, vecchi chiodi, funi annodate è consunte dal tempo e dall'uso sono ricordi d'infanzia contadina da cui è scappato con l'estro e la fantasia. Luci ed ombre completano le opere di Lorenzet facendole respirare di vita propria. Esse sono allo stesso empo morbide e severe, sobrie e a tratti fin troppo particolareggiate. Di rilevante interesse è la produzione religiosa che soprattutto negli ultimi anni verte ad un'analisi appro-
fondita della figura del Cristo.

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Madre, legno di pioppo, h 120, 2019

ANTONELLO MESCALCHIN

Antonello Mescalchin nato a Mira, Venezia ad Aprile del 1963. “ MESCAL” nasce come falegname dedito alla attività artigianale del padre. Da qui la passione e le abilità di lavorare il legno, arricchite sin dagli anni ’90 attraverso la frequentazione dello studio del Maestro Giuseppe Greco (Milano), organizzando con lui varie ex tempore. Dal 2001 al 2005 frequenta l’Accademia di Santa Maria in Stelle, presso Ferrano-Diacceto vicino FIRENZE, con il Maestro tedesco Hainz Heinz Haussler (Weimar), con il quale collaborerà per la traduzione della sua opera “ Il segreto della forma di Michelangelo “, Qui la scoperta per il marmo di Carrara e una nuova passione.
Inoltre frequenta corsi di pittura con la Maestra Doris Harpers, presso la scuola di pittura “Tiziano” ad indirizzo Antroposofco di Oriago,Venezia.
La continua ricerca lo ha portato a frequentare l’Accademia di Belle Arti, Santa Giulia di Brescia, con i Maestri Agostino Ghilardi e Pietro Ricci, affrontando tematiche della terracotta su grandi dimensioni e il marmo per sculture monumentali. Il motivo delle maschere lo appassiona e lo porta in varie riprese a fare delle ricerche, fno ad arrivare ad un approfondimento sui volti lignei dei carnevali di montagna. Da anni partecipa ai carnevali di montagna in particolar modo alla rappresentazione a tema al carnevale di Fornesighe di Zoldo in Val Zoldana a Belluno.
La sintesi estrema delle sue opere riflette il carattere incisivo e allo stesso tempo schivo e riservato dell’artista.
Lorenzo Olivari.


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MESCALCIN
Autofecondazione, cedro del Libano 35 x 55 x 95


FRANCO LOSSO

Franco Losso è nato a Codissago il 23.11.1942 Negli anni ‘60 fa parte del Circolo Artistico Giovanile in Roma, dove ha la possibilità di stringere amicizie con pittori di fama nazionale.
A tutt’oggi ha partecipato ad oltre 150 collettive, in Italia e all’estero e numerose le personali.
“... osserva tutto con eleganza critica e con lo spirito sapiente di chi ha molto visto e lavorato negli anni tra il Cadore e Roma, nello studio di Pier Luigi Nervi e poi nel resto del mondo. Non ha confine la sua predisposizione alla tecnica e al desiderio di imparare perchè, nella radice del saper fare, si nasconde lo spirito e la possibilità che concede ad una composizione di manifestarsi. E’ opinione di chi scrive che anche la pittura sia esito di un approccio scultoreo. Lo è quando modella le figura femminili in un sapiente uso del chiaroscuro o quando costruisce un interno con una infinità di segni perfettamente “messi in prospettiva” che riprendono i suoi studi sulla poten- zialità dei linguaggi grafici. Agisce da scultore quando compone un dipinto attraverso un collage di oggetti, di carte o di frammenti di tela, in un gioco talvolta sottile, talvolta energico ma sempre volto ad uno studio preciso delle masse e del rapporto tra l’opera e la luce. Un talento poliedrico, potenzialmente infinito, di chi ama con curiosità e rispetto la natura dove vive, quella in cui mette le mani e quella che si manifesta a conclusione del suo lavoro...”

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ACHILLE COSTI

Achille nasce a Verona il 26 dicembre 1935. Si diploma al Liceo arti- stico di Venezia nel 1956. Iscritto alla facoltà di Architettura, allievo di Carlo Scarpa, Franco Albini, Ignazio Gardella, si laurea nel 1962 con Lodovico Barbiano di Beljoioso relatore. Durante gli studi lavora nel laboratorio del padre scultore in opere dI argilla a carattere religioso. Nel 1954 partecipa alla sua prima esposi- zione presso il Palazzo dei Trecento a Treviso. Lavora nello studio di architettura di Angelo Tramontini a Treviso e successivamente prosegue l'attività in proprio. In questo periodo lavora per circa due anni nel Tchad in una scuola cantiere. Si dedica alla scultura e approfondisce le sue capacità espressive attra- verso l’uso di vari materiali quali il marmo, le varie essenze di legno, la terracotta, il vetro e il bronzo. Studia in Toscana le tecniche dell’affresco. A Venezia frequenta artisti dell'incisione e insieme a loro fonda l’Atelier Aperto di Venezia, dove si sperimentano tecniche tradizionali e nuove della grafica. Dal 1975 al 2000 dirige il Gruppo Archeologico Trevigiano, che ha effettuato numerosi ritrovamenti del periodo pre romano. Scrive alcune pubblicazioni riguardanti il territorio tra Sile e Piave, in collaborazione con professori del C.N.R. e dell’Università di Padova. Negli anni ‛90 presenta alla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici del Veneto Orientale un progetto di restauro della Porta dei SS. Quaranta di Treviso, che verrà realizzato fra il ‛95 e il ‛98. Riceve numerosi premi, tra cui il 1° Premio Nazionale di Scultura della rivista «Arte» Mondadori nel 1988, e il 1°Premio Internazionale di Scultura su legno a Cortina d’Ampezzo nel 1989. Alcune sue opere monumentali sono il monumento all'Emigrante a Treviso, il monumento al Partigiano a Paese, "Risveglio" presso la ditta Cepi di Paese, "Grande Danza" presso la ditta Taffarello di Carbonera e "Santa Reparata a Buddusò”. Opere di grafica sono in permanenza nel Gabinetto Stam- pe Antiche e Moderne di Bagnacavallo, nel Museo del- la Xilografia di Carpi e nella Galleria “Venezia viva” di Venezia. Per diversi anni lavora il marmo in uno studio di Pietrasanta (Versilia) dove, nel 2013, espone le proprie opere.

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Priamo ed Ecuba, legno di ciliegio, cherry wood

 

FRANCO FONZO

Franco Fonzo vive e lavora, aTreviso. Ha frequentato gli studi artisti-
ci a Venezia, prima al Liceo Artistico (con Armando Pizzinato e Francesco Messina), poi presso L’Istituto Universitario di Architettura. Ha seguito la scuola del nudo all’Accademia di Belle Arti di Venezia e, successivamen- te, ha approfondito le tecniche dell’incisione presso il Centro Internazionale della Grafica. Nel 1989 fonda la Galleria Web Art e si occupa di organizzazone di mostre in Italia e all'estero.
Dal 2005 è il direttore artistico della Fiera d’Arte Moderna e Contemporanea “ARTE IN FIERA DOLOMITI”, presso l’Ente Fiere di Longarone (BL). Dal 1972 è presente, con mostre personali, nel panorama artistico italiano ed estero. Sue opere sono in collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero.

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Madre, pioppo, h 120, 2009

ANDREA VALLERI

Nato a Venezia 14.12.1959
Laureato in flosofa nel 1985
Lettore madrelingua fno al 1988 ad Atene presso scuola per interpreti e traduttori Insegnante di flosofa a Venezia dal 1989 ad ora presso l’Istituto Cavanis (Scuola Paritaria la cuI amministrazione è privata) 1999-2015 ha condotto parallelamente attività di restauro e
antiquariato a Venezia. Pittore e scultore ha divulgato la cultura ellenica, dal 1999 gestisce una propria galleria Neopaleo, in via Querini 22 a Mestre (Venezia), dove espone le proprie opere in forma permanente

GENESI
Altro è la genesi, altro la creazione. E’ la nascita o il prendere forma dal ciclico ripetersi della vita; è la donna che genera, cioè partorisce, tanto in senso fsico, tanto in senso etico, genera cioè il senso stesso dell’essere in sé e dell’essere umano, che equivale al progetto di vita che si dà l’uomo stesso. Nel ripetersi delle generazioni si dipana il senso della storia, l’archetipèo della donna assume una fsionomia, un volto, che si dissolve nel tempo, lasciando alla memoria ed alla immaginazione la ricerca della identità. Di tutto ciò non c’è nulla di dimostrabile, perchè immediatamente intuitivo e perciò stesso assolutamente vero, basta crederci. Cassandra infatti aveva il dono della preveggenza, ma il limite di non essere creduta. Del pari, come scaturisce il senso tragico della vita, scaturisce anche quello comico: Lisistrata, nella omonima commedia di Aristofane, con altre doti, da cui scaturivano i desideri maschili, era riuscita a coalizzare le altre donne che, negandosi tutte ai mariti, li fecero così desistere dal continuare la guerra del Peloponneso. Dedico questa mostra a mia fglia, Sofa Valleri, che, nel ciclo della vita, ha saputo essere bambina, donna, moglie, madre, cioè ad essere partecipe pienamente del ciclo della vita.
Andrea Valleri

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Lisistrata
assemblaggio di legno e pietra



LUCA TASSONE

Luca Tassone è uno scultore-regista nato a Treviso nel 1974, conosciuto per le sue sculture su legno: Gli Alberi di Luca. Pezzi unici ricavati dal tronco dei più vari tipi di legno. Ereditata la passione per l’arte dalla madre Luciana Mattarollo, poetessa e pittrice e frequentato il Liceo Artistico Statale di Treviso, fin da giovanissimo si cimentò con la regia di cortometraggi amatoriali sino ad arrivare, in età più matura, alla regia di due cortometraggi e di due mediometraggi che gli sono valsi riconoscimenti in vari festival nazionali, forte anche del suo lavoro di cameramen e montatore video presso l’emittente televisiva Tele Venezia. Di lì a breve l’amore per la scultura su legno, grazie alle frequenti visite a Erto e all’incontro con la scultura di Mauro Corona. Fin dalle prime opere l’artista trevigiano dimostra un approccio alla materia e uno stile del tutto personali che lo portano direttamente alla partecipazione a varie manifestazioni di scultura su legno ndette annualmente nella località sopracitata. Il passo ai primi riconoscimenti è dunque breve. Maturati una con- sapevolezza sempre maggiore e uno stile sempre più riconoscibile e richiesto, l’artista inizia così a sfornare le sue opere più conosciute: i nudi di donna, che gli valgono l’esposizione a Longarone, a Treviso, al Lido di Venezia e gli ancor più conosciuti Alberi di Luca o Alberi in movimento, dacchè a detta di molti sembrano addirittura vivi da quanto siano materici ed espressivi. Dei veri e propri pezzi unici direttamente scavati nel legno, realizzati con una tecnica scultorea unica e personale, mai vista prima, affascinante, emozionante e sorprendente nello stesso tempo.
Complice la crisi e la conseguente perdita del lavoro come operatore e montatore video a Tele Venezia, nel 2015, Luca decide quindi di dedicarsi a tempo pieno alla scultura e di farne la sua attività principale. Partecipa a Mostre d’Arte internazionali anche con I suoi disegni, principalmente schizzi a matita e carboncino e bozzetti in terracotta per la nota Rassegna d’Arte contemporanea negli spazi della prestigiosa Casa dei Carraresi, nel centro storico di
Treviso e ai più ambiti mercatini della zona nei quali i suoi alberi riscuotono numerosi ed entusiasti consensi e riceve vari inviti per esporli in importanti mostre d’arte. Ed è proprio in uno di questi mercatini che attira l’atten- zione del Governatore della Regione del Veneto Luca Zaia che lo invita a donare un esemplare alla sede della Regione Veneto dove verrà esposto.

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FORESTE

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Tel e Fax: 0422 430584 - Cell: 328 4851819

 

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